Georgia a 5 sensi - I Magredi01 luglio 2016

Vista: La cornice

E’ il primo di luglio, e nonostante il tempo abbia tentennato la sera prima oggi ci sorride. Siamo emozionati per la nostra prima data ufficiale in territorio friulano. Quando arriviamo sgraniamo gli occhi: finalmente a parlar di vino e di musica stasera saremo dentro le vigne, al centro dei lunghi filari di Sauvignon che formano una raggiera nel cuore delle terre dei Magredi. A poco a poco lo scenario intorno a noi si fa ancora più denso di storia e di poesie. Anfore artigianali di ogni dimensione e fattura si occupano un tratto d’erba di fronte alla nostra postazione; i primi spettatori della nostra musica, ma in qualche modo i protagonisti dei racconti di questa sera. Tempi antichi sono pronti a rivivere nei calici, e mentre l’imbrunire porta lentamente l’oscurità nel vigneto, il grande gelso alle nostre spalle si illumina d’incanto. Piccole lanterne sui tavoli e candele giocose ad indicar la via per giungere alla cantina attraverso il filare centrale… spunti di luce che ci fanno sentire in un’altra dimensione. Il teatro perfetto per essere sedotti ancora una volta, dopo migliaia di anni, dalla voce di Dioniso.

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Olfatto: Il vino

Questa sera cultura e piacevolezza si fondono: quattro vini sconosciuti e provenienti dalle lontane terre della Georgia, il Kakheti, dove le anfore colme di liquido hanno atteso per mesi con bucce e raspi. Si sente nel bicchiere un gusto lontano e a volte difficile da interpretare, che storie e musiche permettono di scoprire a poco a poco. Ci vuole tempo perché il vino si apra ed espanda le proprie qualità sensoriali… profumi che sorprendono e sembrano non aver niente a che fare con quel che sentiamo in bocca. Stiamo davvero bevendo quel vino? Hanno davvero i bianchi un tannino che non ha niente da invidiare ad un giovane rosso? Domande per Dioniso e Medea, per popoli che non solo cercano di tenere in vita tradizioni millenarie, ma che hanno fatto proprio questo gusto. E per smorzare questo viaggio impegnativo abbiamo bisogno di tornare a casa, per respirare un’aria familiare. Due bollicine, per iniziare e per concludere, frutto dei vigneti che ci circondano. E dopo i chilometri percorsi e gli anni attraversati… è bello tornare a casa.

Degustazione musicata:

  • IL METODO: “Michelangelo” Metodo Classico Brut – I Magredi
  • LE ORIGINI: Chardaki 2014
  • IL MITO: Chkaveri 2013
  • L'ANFORA: Rkatsiteli 2013
  • LA TRADIZIONE: Saperavi 2013
  • LA POESIA: Moscato Rosa Spumante – I Magredi

Gusto: Il cibo

Niente cibo georgiano per questa sera! Ma siamo lieti di trovare invece il solito, ottimo, crudo nel piatto appena i primi ospiti si siedono ai propri posti. Un antipasto sempre d’effetto con tanto crostini golosi di accompagnamento. Un po’ di attesa per il primo piatto che arriverà insieme al misterioso vino servito nel bicchiere nero; pasta alla norma, condita con abbondante ricotta affumicata per accompagnare lo stranissimo Rkatsiteli… un abbinamento che sembra un gemellaggio di luoghi agli antipodi, ma che ben s’incontrano al gusto dei commensali! E a stomaco pieno ascoltar di musica e mitologia è ancora più bello.

Udito: la canzone

Promentory – The last of Mohicans OST

Il vino stesso sa far da colonna sonora ai racconti di miti lontani, nel tempo e nello spazio; ritmi incalzanti e suoni profondi, parlano di battaglie e di imprese degne di eroi, che alle radici del tempo si sono fatti sedurre da questo nettare divino e lo hanno reso spesso protagonista delle loro avventure. I vini nati nell’anfora non sono fatti per i deboli di cuore: sono dei guerrieri che lottano nella terracotta e nella bottiglia… vitigni superstiti, sopravvissuti al tempo e alla modernità.

Tatto: La citazione

Impari l’uomo oscuro, nel cerimoniale del suo lavoro, a ricordare la terra e i suoi doveri, a diffondere il cantico del frutto. – Pablo Neruda

Non possiamo sapere dove stiamo andando, senza comprendere fino in fondo da dove siamo venuti. La divinità che si nascondeva nel vino era infondo la bellezza della natura fatta persona, il rispetto dell’uomo nei confronti di questo regalo, ceduto in prestito dall’Olimpo. Una bevanda unica che ha accompagnato la storia come un amico fedele. Ci rendiamo conto che dopo anni non è cambiato nulla; siamo ancora in balìa degli dei… ci vogliono forza, impegno e la benevolenza delle stagioni per passare una serata a festeggiar con i bicchieri colmi d’ebrezza.