In una fredda sera di dicembre non potevamo trovare un posticino più caldo e accogliente, vicino al centro di Monastier. Design e dettagli curati dalla piccola zona bar alla sala ristorante, uno spazio intimo e moderno al tempo stesso. I lunghi tavoli elegantemente preparati ci danno l’ispirazione giusta per una serata all’insegna del cibo, del vino e della musica; l’arte sembra circondarci con gusto e semplicità. Una piccola lavagna attende, di fronte al tavolo del buffet e dell’aperitivo, per indirizzare gli ospiti, ciascuno al proprio tavolo. I primi vassoi generosi escono dalla cucina, con quei profumi di frittura che stuzzicano la fantasia di artisti e commensali. Aroma di nome e di fatto. Poi tutti prendono posto, le luci si abbassano, l’atmosfera soffusa si colora di un rosso vivo che emana dalle pareti. Strumenti e bicchieri alle mani. Inizia lo spettacolo.
Rosso dalle pareti, rosso nel bicchiere: questa sera questo sarà il colore prevalente, il colore del cuore della Valpolicella emerge dallo sfondo verde chiaro. Garganega e Durella inaugurano i primi piatti al tavolo per lasciare poi il posto al carattere deciso e accattivante della Corvina, del Corvinone e della Rondinella… Un viaggio nelle campagne che circondano la bella Verona. Un’altra “love story” tra uomo e vino raccontata con passione da Mariano Buglioni all’inizio della degustazione.
Lo chef Alberto Gozzo questa sera ha deciso di stupirci con raffinate proposte culinarie, che incorniciano i vini in modo impeccabile e che preannunciano le festività natalizie ormai imminenti. Ogni piatto è lo scorcio di un paesaggio da gustare: verdure, legumi e frutti invernali dove il vino fa ogni tanto capolino. E dopo aver gustato e sorseggiato con un sottofondo musicale en pendant, diventa davvero difficile decidere a quale senso prestare attenzione. Nessun pensiero. Pure sensazioni.
Dust in the wind – The Kansas
Un ritorno all’essenziale. Assaggiamo con voracità, assaporiamo quella concentrazione di aromi, sapori e colori, che infine lascia il posto solo al suo ricordo, debole ed impalpabile. Cerchiamo nella mente una sensazione a cui aggrapparci, l’ultima goccia di vino dimenticata a fior di labbra, l’ultimo eco di melodia in grado di colmare il vuoto del silenzio. La meraviglia dell’arte che nasconde la verità delle nostre origini. Polvere nel vento.
Vino, insegnami a vedere la mia storia come già fosse cenere di memoria. – Jorge Luis Borges
La musica stasera sembra essere un taccuino di viaggio. Ogni esperienza sensoriale è così ricca e degna di essere vissuta, e fissata nel cuore. Ogni dettaglio del percorso è più importante del punto di arrivo e lo spirito ci consente di guardare oltre la prima impressione, oltre ciò che diamo per scontato. Si aprono le porte della memoria. E il vino è la chiave.