Degustazione a Castello Bonomi18 settembre 2015

Vista: La cornice

Mancano pochi giorni all’inizio dell’autunno, eppure l’estate sembra congedarsi in grande stile, con un pomeriggio di caldo inaspettato. Partiamo carichi di energia e strumenti musicali, le macchine colme della nostra voglia di suonare oltre la soglia di casa. La Franciacorta ci attende. A pochi chilometri da Coccaglio, il paesaggio inizia a prendere forma, e piccole colline spuntano sullo sfondo della pianura. Poi, in alto, il guardiano silenzioso ci accoglie: circondato dai vigneti di Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero, si erge il Castello dell’azienda Bonomi. Un lungo viale conduce al piazzale della cantina che l’indomani sarà allestito per il Festival del Franciacorta, ma che stasera si accontenta di luci soffuse e della nostra musica. Cala la sera e luna che si adagia sopra una nuvola per ascoltare i nostri racconti, illuminando d’argento tutto ciò che poche ore prima era di un verde sgargiante. Ormai restano pochi grappoli di Cabernet e Merlot  e qualche pianta di cappero a farci da testimoni, tutte le altre uve sono state vendemmiate da oltre un mese. Ma oltre il muro spesso della cantina migliaia di bottiglie iniziano il loro viaggio. Chissà se anche i lieviti hanno sussultato al richiamo di “Love the one you’re with”. Love the wine you’re in!

www.castellobonomi.it

Olfatto: Il vino

Questa sera, per noi, tutte le sfumature della Franciacorta: dalla bollicina delicata del Satén alla rusticità del Rosè. Ogni calice ripercorre le diverse microzone dell’azienda, che trovano espressione nei toni più freschi o più maturi del vino. Ma la spina dorsale che attraversa come un file rouge tutte queste bollicine è l’acidità: finezza e longevità del metodo classico.

Aperitivo:

  • Gran Cuvée Franciacorta DOCG Castello Bonomi

Degustazione musicata:

  • Finesse: Satèn Franciacorta DOCG Castello Bonomi
  • Beauté: Cru Perdu Franciacorta DOCG Castello Bonomi
  • Balance: Dosage Zéro Franciacorta DOCG 2008Castello Bonomi
  • Mystére: Brut Rosé Franciacorta DOCG 2007 Castello Bonomi
  • Passion: Cordelio Curtefranca Rosso DOC 2009 Castello Bonomi
  • Nostalgie: Soandre Lison Pramaggiore DOC Verduzzo Passito 2012Bosco del Merlo

Gusto: Il cibo

In mezzo al piazzale tavoli e strumenti attendono solitari. E’ sotto gli archi del portico che inizia la festa: un  buffet di raffinati finger food attira gli ospiti come una calamita. Accanto alle classiche fritturine di verdure, mousse di zucca, mortadella e prosciutto colorano la scena, come piccole ballerine nei loro bicchierini trasparenti. Abbinamenti morbidi per accompagnare le eleganti bollicine di Castello Bonomi. Ed è davvero il vino il protagonista della serata, dal calice al piatto. Sul finire della degustazione infatti un aroma di vino e di scalogno contamina l’aria, un’anticipazione golosa del risotto al Franciacorta che sta per arrivare. Un risotto così di ansioso di essere mangiato ed ammirato da tutti che non può che tentare anche i musicisti. Parole, poesia e vino… e la musica? Un momento di silenzio goliardico, di quelle risatine sotto i baffi che i commensali non sanno trattenere, quando la sommelier si gira verso i compagni artisti e li trova non con chitarra, basso o violino, ma con la forchetta in mano. Ottima ispirazione per le ultime canzoni! Si conclude poi con pasticcini e biscotteria secca… e qui non serve nemmeno la forchetta. Anche i parolieri possono mangiare finalmente!!

Udito: la canzone

Sunny – Bill Withers

Uve bianche ed uve nere, momenti bui e momenti di felicità, ma un unico vino, una sola vita, una sola canzone che spalanca parole e ritmo alla positività di amore, amicizia e convivialità. Vale la pena aspettare in una bottiglia per mesi, vale la pena affrontare delle difficoltà, per vivere poi momenti come questo, in cui tutto sembra avere un senso. Perché quando vediamo delle ombre significa che, infondo, il sole c’è.

Tatto: La citazione

Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. – Il Piccolo Principe   

Di fronte a tutta questa arte e a tutta questa poesia potremmo perderci nella superficialità di parole artificiose e molto spesso scontate. Quel che conta è andare oltre. Sentire come propria l’emozione di un verso. Farsi piccoli come bambini, che si meravigliano di tutto perché non si accontentano del comune modo di vedere o sentire, che sanno senza sapere. Come assaggiare ad occhi chiusi, per vedere senza guardare.